La tecnologia al servizio della salute degli occhi è sempre stata la mia passione. Alle macchine chiedo risposte, ma le parole che uso con i miei pazienti non hanno nulla di meccanico.
Ascoltare prima di tutto
Un occhio può essere osservato. Ma non basta. Per me è necessario ascoltare l’occhio, attraverso le parole del paziente. I dubbi, le paure, i timori sono importanti, perché solo riducendoli è possibile stabilire una terapia chiara e condivisa. La salute è anche una parola.
Chi sono
Parliamo degli occhi. Per vederci chiaro.
La qualità principale di un oculista, come di qualsiasi clinico, è quella di poter entrare in empatia con i propri pazienti, sin dalla prima visita. Non basta la preparazione scientifica e medica, che è necessaria e quindi imprescindibile. Non serve avere la dotazione tecnologica e padroneggiarla alla perfezione, perché le macchine non sono umane. E non è neanche sufficiente avere effettuato centinaia di interventi, se la relazione tra medico e paziente si riduce a un numero.
Da sempre ho impostato la mia attività su due aspetti di pratica medica precisi.
Il primo è la capacità di spiegare e raccontare ai miei pazienti tutti i passaggi, dalla visita all’intervento. Per condividere la consapevolezza di ogni scelta. In questo modo la diagnosi finale è approfondita e completa e consente di affrontare la cura in modo diretto.
Il secondo aspetto è legato alla fitta rete di oculisti qualificati e specializzati che ho potuto e saputo costruire attorno a me: qualora infatti fosse necessario affrontare una patologia particolare, sarò io stesso a reindirizzare il mio paziente a un oculista specifico, per raggiungere il miglior risultato medico possibile.
Non chiederti cosa sa fare il tuo oculista. Ma cosa può davvero fare per te. E perché.
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Breve storia degli occhiali
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