Lenti a contatto: sicuri di sapere tutto?

Come sempre, anche in questo caso non sappiamo chi è stato il primo! Il medico inglese Thomas Young nel 1801 prese alcune piccole lenti del suo microscopio, le avvolse sul bordo di cera morbida e se le collocò sugli occhi. In questo modo aveva prodotto su se stesso artificialmente una forma di miopia estremamente elevata. Calcolò quindi il valore della forza di rifrazione mancante.

Ma fu l’oculista di Zurigo Fick che per primo tentò, in presenza di una rara affezione corneale, di realizzare un occhiale le cui lenti entrassero a contatto diretto con la superficie dell’occhio galleggiando su uno strato liquido. Egli chiamò questo ausilio visivo “occhiale a contatto”. Tutti i prodotti e i perfezionamenti successivi erano in vetro! Poco prima della seconda guerra mondiale l’americano W. Feinbloom descriveva la produzione delle prime lenti a contatto di plastica.

Breve storia degli occhiali

Nelle civiltà antiche più avanzate, fino ai romani, non vi erano occhiali. Marco Tullio Cicerone scriveva al suo amico Attico – Cicerone era uno dei maggiori scrittori e statisti di Roma, morto nel 43 a.C.- che in vecchiaia non riusciva più a leggere e doveva farsi recitare ad alta voce ogni cosa dagli schiavi. Plinio riferiva che Nerone assisteva ai giochi dei gladiatori guardando attraverso uno smeraldo. Queste pietre preziose colorate servivano a rendere più confortevole la visione grazie al filtro colorato, più che migliorare effettivamente la capacità visiva. Andiamo ancora più indietro, nell’antica Cina. Qui esistevano lenti chiamate occhiali, che tuttavia si riteneva aiutassero gli ipovedenti grazie alle energie immaginarie dello “Yoh Shui”.

Gli occhiali nella storia dell’arte

Nei loro quadri a carattere religioso molti pittori del XV secolo raffiguravano i personaggi con occhiali. Infatti nei quadri veniva riprodotto il modo di vivere e gli oggetti di uso comune nell’età loro contemporanea, e ciò oggi fornisce a noi una serie di importanti indicazioni.
Così non è del tutto sicuro che il dottore della chiesa Sofronio Eusebio Girolamo, vissuto fra il 340 e il 420 d.C., fu veramente l’inventore degli occhiali. Sono numerosi i quadri nei quali egli viene raffigurato con il leone, un teschio e un paio di occhiali. Da allora è considerato il patrono degli occhialai.

Il filosofo greco Aristofane sapeva che il vetro poteva essere utilizzato come lente focale, Tolomeo circa 150 anni dopo Cristo scopriva alcuni fondamentali fenomeni ottici che si ripetevano con regolarità per quanto riguardava la rifrazione della luce e scriveva trattati esaurienti al riguardo, Ruggero Bacone nel 1250 circa forniva la prova che gli ipovedenti potevano tornare a leggere le lettere grazie a lenti molate, ma ci vollero ancora 300 anni perché Snellius, fra il 1600 e il 1620, formulasse le leggi della rifrazione.

I monaci del Medioevo inventarono, in base alle teorie del matematico arabo Alhazen (intorno al 1000 d.C.) la cosiddetta “pietra di lettura”. Questa consisteva perlopiù di cristallo di rocca, oppure della cosiddetta pietra dura, aveva forma semisferica e ingrandiva la scrittura. Come pietra dura fu utilizzato il trasparente berillio.

Allora solo i soffiatori di vetro di Venezia erano capaci di produrre vetro bianco. Dalle officine del vetro della celeberrima isola veneziana di Murano vennero anche le prime lenti molate, inizialmente pensate per un solo occhio. Verso la fine del XIII secolo a qualcuno venne l’idea di inserire due pezzi di vetro molato in un telaio di legno o corno e di creare uno strumento unico. Possedere un occhiale nel Medioevo equivaleva ad acquisire lo status di persona sapiente e dotta. Dovettero poi passare ancora molti secoli prima di arrivare al 1850 circa, quando gli occhiali assunsero la forma che oggi conosciamo.

 

Le carote fanno bene agli occhi?

Avete mai visto un coniglio con gli occhiali?  🙂

 

Le carote contengono il beta-carotene che è un precursore della vitamina A.

Le vitamine più utili per l’occhio sono la A, la B2, la C e la E.

Per quanto riguarda la vitamina A ne sono più ricchi rispetto alla carota gli spinaci, il cavolo e l’insalata. Più di tutti il fegato.

E’ importante ricordare che sono dannose sia le carenze che le eccessive assunzioni di vitamine.

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